, Giordano Bruno De gl’eroici furori 

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raggione di bontà scaldògli l affetto, vennero superari
gli  studi materiali e sensitivi che altre volte soleano
come trionfare, rimanendo (a mal grado de l eccellen-
za de l anima) intatti; perché quelle luci che facea pre-
sente l intelletto agente illuminatore e sole d intelli-
genza, ebbero  facile entrata per le sue luci (quella
della verità per la porta de la potenza intellettiva,
quella della bontà per la porta della potenza appetiti-
va)  al core , cioè alla sustanza del generale affetto.
Questo fu  quel doppio strale che venne come  da
man de guerriero irato , cioè più pronto, più efficace,
più ardito, che per tanto tempo innanzi s era dimo-
strato come più debole o negligente. Allora quando
primieramente fu sì scaldato et illuminato nel concet-
to, fu quello vittorioso punto e momento, per cui è
detto:  Vicit instans . Indi possete intendere il senso
della proposta figura, motto, et articolo che dice:
Forte a i colpi d amor feci riparo
quand assalti da parti varie e tante
soffers il cor smaltato di diamante;
ond i miei studi de suoi trionfare.
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Giordano Bruno - De gl eroici furori
Al fin (come gli cieli destinaro)
un dì accampossi in quelle luci sante,
che per le mie sole tra tutte quante
facil entrata al cor mio ritrovare.
Indi mi s avventò quel doppio strale,
che da man di guerrier irato venne,
qual sei lustri assalir mi seppe male:
notò quel luogo, e forte vi si tenne,
piantò  l trofeo di me là d onde vale
tener ristrette mie fugaci penne.
Indi con più sollenne
apparecchio, mai cessano ferire
mio cor, del mio dolce nemico l ire.
Singular instante fu il termine del cominciamento e
perfezzione della vittoria. Singulari gemine specie fu-
ron quelle, che sole tra tutte quante trovaro facile en-
trata; atteso che quelle contegnono in sé l efficacia e
virtù de tutte l altre: atteso che qual forma megliore e
più eccellente può presentarsi che di quella bellezza,
bontà e verità, la quale è il fonte d ogn altra verità,
bontà, beltade?  Notò quel luogo , prese possessione
de l affetto, rimarcollo, impressevi il carattere di sé;
 e forte vi si tenne , e se l ha confirmato, stabilito,
sancito di sorte che non possa più perderlo: percio-
ché è impossibile che uno possa voltarsi ad amar altra
cosa quando una volta ha compreso nel concetto la
bellezza divina. Et è impossibile che possa far di non
amarla, come è impossibile che nell appetito cada al-
tro che bene o specie di bene. E però massimamente
deve convenire l appetenzia del sommo bene. Cossì
 ristrette son le  penne che soleano esser  fugaci
concorrendo giù col pondo della materia. Cossì da là
 mai cessano ferire , sollecitando l affetto e risve-
gliando il pensiero, le  dolci ire , che son gli efficaci
assalti del grazioso nemico, già tanto tempo ritenuto
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Giordano Bruno - De gl eroici furori
escluso, straniero e peregrino. È ora unico et intiero
possessore e disponitor de l anima; perché ella non
vuole, né vuol volere altro; né gli piace, né vuol che
gli piaccia altro, onde sovente dica:
Dolci ire, guerra dolce, dolci dardi,
dolci mie piaghe, miei dolci dolori.
X. cesarino Non mi par che rimagna cosa da consi-
derar oltre in proposito di questo. Veggiamo ora que-
sta faretra et arco d amore, come mostrano le faville
che sono in circa, et il nodo del laccio che pende: con
il motto che è, Subito, clam.
maricondo Assai mi ricordo d averlo veduto espresso
ne l articolo; però leggiamolo prima:
Avida di trovar bramato pasto,
l aquila vers il ciel ispiega l ali,
facend accorti tutti gli animali,
ch al terzo volo s apparecchia al guasto.
E del fiero leon ruggito vasto
fa da l alta spelunca orror mortali,
onde le belve presentando i mali
fuggon a gli antri il famelico impasto.
E  l ceto quando assalir vuol l armento
muto di Proteo da gli antri di Teti,
pria fa sentir quel spruzzo violento.
Aquile  n ciel, leoni in terr e i ceti
signor in mar, non vanno a tradimento:
ma gli assalti d amor vegnon secreti.
Lasso, que giorni lieti
troncommi l efficacia d un instante,
che femmi a lungo infortunato amante.
Tre sono le regioni de gli animanti composti de più
elementi: la terra, l acqua, l aria. Tre son gli geni de
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quelli: fiere, pesci et ucelli. In tre specie sono gli prìn-
cipi conceduti e definiti dalla natura: ne l aria l aquila,
ne la terra il leone, ne l acqua il ceto: de quali ciascu- [ Pobierz całość w formacie PDF ]
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